Bambini e sport: un connubio indispensabile
Le nuove generazioni sono succubi della tecnologia. Il mondo virtuale sta piano pian sostituendo il mondi reale. Molti giovani sono attratti più dai videogiochi che dal gioco reale. I “giochi di strada”, dove i bambini oltre a socializzare, corrono, strisciano, si arrampicano, sembrano ormai un ricordo nostalgico del passato. Ma numerosi studi affermano che, questi giochi sono fondamentali per lo sviluppo fisico del bambino.
Inoltre, il gioco favorisce la riduzione dell’obesità infantile, riduce i deficit fisici, favorisce la socializzazione e permette l’elaborazione dei propri vissuti emotivi. Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di migliorare le condizioni cardiorespiratorie, scheletriche e muscolari dei bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni e i loro indicatori di salute metabolici e cardiovascolari, occorre:
• accumulare almeno 60 minuti di attività fisica al giorno. Se si supera l’ora giornaliera di esercizio fisico, l’organismo ne trarrà vantaggi in termini di benessere e salute.
• la maggior parte dell’esercizio fisico è bene sia di tipo aerobico (quello che aumenta cioè la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo) e che attività di elevata intensità siano praticate almeno 3 volte a settimana, incluse quelle che rafforzano muscoli e ossa (che possono essere svolte nell’ambito di giochi come corsa e salto).
Dunque vi è la necessità di instaurare nei bambini l’idea di benessere: partendo da una sana educazione alimentare accompagnata dall’attività fisica. Questo nuovo modello educativo non può essere affidato solamente alla famiglia. Crediamo che la scuola, come grande agenzia educativa, non può sottrarsi dal trasmettere un’idea di benessere essenziale per l’essere umano. Nell’ambito scolastico è giusto sottolineare la mancanza di una figura professionale, che sia in grado di progettare per favorire lo sviluppo fisico e psichico del fanciullo. Tra le varie figure professionali, spicca quella del laureato di scienze motorie che possiede le conoscenze ideali, quali( Fisiche-Psicologiche-Pedagogiche) per poter avviare tale processo di cambiamento. Il laureato in scienze motorie ovvero tecnico del movimento specializzato nella prevenzione, nella preparazione e nell’adattamento fisico, psichico e pedagogico è considerata una figura sanitaria del movimento. Non è un caso che, proprio in questi giorni, si sta discutendo, presso la Camera dei deputati, una proposta di legge sulla promozione dell’educazione motoria. Un giusto riconoscimento per una figura che è stata da sempre snobbata.
Ignazio Maglio